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SerieC1 - Intervista a Francesco Braccagni

    

di Roberto Rosa
In pista da 17 anni, senza mai togliere il piede dall’acceleratore: fa il pilota, ma non di bolidi, bensì di squadre di basket. Stiamo parlando di Francesco Braccagni, play, classe ’71, quasi 35 anni compiuti, che nella prossima stagione vestirà la maglia del Costone. Un ritorno il suo in quella società che gli dette fiducia dal ‘92 al ’94 in serie B2, all’indomani di un torneo disputato tra le file delle Forze Armate, ma soprattutto dopo l’esperienza della promozione raggiunta nel 1990 con Dado Lombardi che riportò la Mens Sana in A2. A distanza di 12 anni Braccagni ha deciso di vestire nuovamente la maglia del Costone: perché? <Mi hanno convinto le ambizioni ed i programmi della società - afferma Francesco - che mi ha contattato tramite la presidente Patrizia Morbidi ed il vice Giulio Cesare Ricci. Ho subito capito le loro intenzioni e l’intesa è stata raggiunta in breve tempo. Sono particolarmente soddisfatto di tornare a giocare al Costone; ho un bel ricordo dei 3 anni trascorsi in B2 con la maglia giallo-verde.> Anche 2 anni fa si parlò di un tuo ritorno, poi andasti a giocare a Colle: <Si è vero; venuto via da Certaldo, dove ho disputato 4 anni di B2, potevo approdare al Costone, ma le scelte tecniche (allenatore Surico, ndr) non lo consentirono. Scelsi Colle anche per avvicinarmi a Siena; con il passare degli anni pesa molto fare il pendolare e finalmente quest’anno le distanze si sono azzerate.> Una squadra, quella di Maurizio Tozzi, giovane coach, che conosci molto bene? <Si, ho giocato spesso contro di loro, quindi conosco bene le loro caratteristiche; solo con Sandro Castri ho giocato assieme. Per quanto riguarda il coach, condivido le scelte fatte dalle società senesi, vedi anche la Mens Sana, che danno fiducia agli allenatori costruiti in casa; forse dovevamo arrivarci prima.    Negli ultimi 2 anni di C1 hai disputato molti derby contro il Costone, uno in particolare porta la tua firma: <In effetti sono partite quelle che non ti scordi facilmente; lo scorso anno vincemmo a Colle la gara di andata ai supplementari con un mio canestro da 3 di tabellone, al fil di sirena, dopo che avevamo raggiunto l’over time sempre con un mio canestro in extremis. Sono cose che capitano quando sei in campo; l’importante però è crederci fino in fondo. Vengo al Costone con gli stimoli giusti, ho intenzione di far bene e di farmi perdonare quei canestri pesanti.>

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