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LA SELVA E IL COSTONE RICORDANO IL DONVI

Vignetta Emilio Giannelli  copertina numero unico
Don Emanuele Salvatori e Riccardo  Ricci
Don Emanuele Salvatori e Riccardo  Ricci
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Serata speciale, per un sacerdote speciale, mons. Vittorio Bonci, da tutti chiamato e ricordato come il DonVi. A distanza di 20 anni dalla sua scomparsa, avvenuta l’8 marzo del 1999, la Selva lo ha voluto ricordare dedicandogli un evento iniziato con la S.Messa concelebrata nell’Oratorio della Contrada dal correttore don Giuseppe Acampa e dal direttore del Ricreatorio Pio II don Emanuele Salvatori. <Non ho conosciuto personalmente il DonVi – ha confessato mons. Acampa – ero sempre seminarista quando è venuto a mancare, ma sento il peso e l’importanza del testimone che da lui ho ereditato all’interno di questa Contrada che lo ricorda da sempre con immutato affetto.> A seguire si è tenuta nei locali della Società Rinoceronte una cena dove sono intervenuti molti selvaioli e costoniani. Selva e Costone: per don Vittorio Bonci questo era il suo mondo, da sempre, vissuto in maniera vera, con grande passione e ardore. Nato nel 1912 nei dintorni di Siena, a Marciano, nel 1937 don Bonci diviene sacerdote; Pontignano fu la sua prima e unica parrocchia. Nel 1954 viene nominato dalla Diocesi di Siena direttore del Ricreatorio Pio II, incarico che ricoprirà fino al 1977. Inizia al Costone l’era ‘donvittoriana’ che durerà a lungo, nel corso della quale il prete ‘contadino’ come lui stesso si definiva, seppe dare vita a una serie infinita di iniziative, tra le quali l’attività sportiva che ebbe un grande sviluppo agli inizi degli anni ’60 con la squadra di pallacanestro che lui tanto amava, guidata da Giorgio Brenci di cui facevano parte i vari Ghezzi, Bernini, Boccini, Carli, Sani, Governi, Morrocchi che in pochissimi anni seppero scalare tutte le categorie fino a raggiungere la serie C dove assieme alla Mens Sana dettero vita a derby divenuti storici. Le rose, che coltivava nel giardino del Costone, erano una delle sue grandi passioni, così come l’amore per Siena e per le sue Contrade. Una vita passata da correttore nella Selva, dove ha benedetto una serie infinita di cavalli vincenti, ma anche da Capitano, visto che il popolo di Vallepiatta lo volle alla guida paliesca nel biennio 1983-84. Non arrivarono vittorie in quel periodo (strano), ma in quegli anni, così come in quelli precedenti e postumi, il DonVi lasciò un segno indelebile della sua istrionica personalità. I suoi discorsi durante le cene propiziatorie o delle vittorie, erano attimi incandescenti dove riusciva a coinvolgere e trascinare tutto un popolo in un impeto festoso.
Roberto Rosa


DON VITTORIO BONCI RICORDATO A VENTI ANNI DALLA MORTE

E’ stato il Priore Stefano Marini a fare gli onori di casa, portando i saluti suoi personali e della Contrada a tutti i commensali, ringraziando in particolar modo le donne della Selva che hanno ‘sacrificato’ la loro festa per partecipare attivamente a questa ricorrenza. Accanto a lui ha preso posto al tavolo anche il Priore della Civetta Paolo Betti, ma che non era in veste ufficiale, bensì come componente del gruppo costoniano denominato ‘la Banda del Piffero’ che al Costone dette vita a una simbiosi particolare con il DonVi che considerava questi ragazzi come i suoi figli prediletti. Bello e commovente il ricordo di Roberto Papei che ha raccontto aneddoti fantastici, da scriverci un libro. Molto apprezzati anche gli interventi di Giovanni Centini che ha raccontato le esperienze cestistiche della famosa squadra del panino, di Roberto Marini che fu tenente assieme a Fabio Rugani del DonVi Capitano, di Fabio Massimo, di Flavio Mocenni, Priore della Selva per 10 anni. Presente anche Emilio Giannelli che per l’occasione ha disegnato una vignetta sul DonVi davvero geniale che è stata utilizzata come copertina al numero unico edito per la circostanza e donato a tutti i partecipanti, una raccolta di testimonianze soprattutto costoniane scritte e raccontate dagli attori del tempo. Sottolineati da lunghi applausi le proiezioni di alcuni filmati con don Bonci protagonista assoluto. Non poteva mancare un riferimento all’immenso patrimonio di libri (circa 11.000) che il DonVi ha lasciato in eredità alla Contrada, un’altra passione questa da lui affinata durante il suo rettorato presso la chiesa della Sapienza (1978-1999). In conclusione di serata, Guido Sani, uno degli ideatori assieme a Giovanni Centini, ha consegnato una busta a don Emanuele Salvatori e a Riccardino Ricci, contenente un contributo raccolto dai Selvaioli a favore dell’attività del Baskin in seno al Costone, una bella testimonianza di come la Contrada della Selva sia ancorata storicamente alla realtà dell’antica Piaggia.
R.R. 

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