La piaggia Articoli in salita

Carla Morrocchi Paciotti ci ha lasciato

Carla Paciotti nel 2007 durante il centenario del Costone
Carla Paciotti
L'omaggio floreale alle figlie di Carla Paciotti, grande tifosa costoniana

Stamattina, 2 gennaio 2011 alle ore 5.00, Carla ha reso la sua anima al Signore lasciando il marito Mario, le figlie Alessandra e Stefania, i parenti tutti nel dolore più profondo. Con lei il Costone perde una tra le donne più affezionate e rappresentative. Le tribune del palazzetto non potranno più ospitarla come fervente e appassionata tifosa e le squadre maschili e femminili la piangono e la ricordano con grande tristezza e rimpianto. Tutti i costoniani si stringono intorno ai familiari e ai parenti con grande affetto esprimendo le più sincere e sentite condoglianze. Carla, siamo sicuri che nella grazia del Creatore continuerai a pregare per il Ricreatorio del Costone e a tifare i colori giallo-verdi delle squadre che hai tanto amato. Carla sarà esposta nel pomeriggio di oggi 2 gennaio, presso l'obitorio dell'ospedale S.Maria alle Scotte. Il funerale sarà celebrato martedì 4 gennaio alle ore 10.00 nella chiesa di S.Eugenia.

 

RINGRAZIAMENTI
Volevamo ringraziare di cuore tutte le persone che sono
venute a salutarla e quelle che non sono potute venire, ma
nonostante cio’ li abbiamo sentiti veramente
vicini......sappiamo che lei sara’ sempre qui accanto a noi e
nel nostro cuore ogni giorno....la ricorderemo sopratutto
quando era presente insieme a nostro nonno alle partite del
costone a tifare tutti grandi e piccini
Chiara Caterina e Stefania



SE NE E' ANDATA CARLA PACIOTTI, GRANDE TIFOSA DEL COSTONE BASKET
Ci sono delle persone che, per il modo di essere state e per il ricordo che esse hanno lasciato durante il loro tragitto terreno, sono da considerarsi insostituibili. Una di queste è sicuramente Carla Paciotti, costoniana da sempre, che domenica mattina ha lasciato i suoi cari e tutti gli amici del Costone che adesso tristemente la piangono. Carla era una figura caratteristica, grande tifosa di basket, dei colori gialloverdi ovviamente, una presenza costante sui campi da gioco in occasione delle partite della squadra maschile e di quella femminile. Ironica, frizzante, ma quando ci voleva anche tagliente e polemica al punto giusto, Carla non lesinava battute e sferzate a destra manca. Ultimamente la malattia le aveva minato il fisico, ma non la mente; fino all'ultimo ha voluto seguire le vicende agonistiche delle squadre da lei tanto amate, quella maschile e quella femminile, dove giocano le sue nipoti Chiara e Caterina Bozzi. La sua seconda casa era il Costone, il Palazzetto, dove con il marito Mario e con le figlie Alessandra e Stefania e con gli altri nipoti Laura e Francesco, ha condiviso momenti unici. Con lei se ne va, oltre che una donna dalla forte tempra, un pezzo di storia del Costone.
 Roberto Rosa

 
IL MIO RICORDO DI CARLA PACIOTTI
Questo mio ricordo l’ho scritto con il cuore e vuole essere un omaggio rispettoso alla memoria di Carla:
L’aneddoto risale ad un campionato di serie C del quale non ricordo perfettamente l’anno che dovrebbe aggirarsi all’incirca verso la metà degli anni 80, quando nella squadra del Costone giocavano, oltre al sottoscritto, Andrea Daviddi, Pietro Mele, Andrea Bartalini detto “Sventolina”, Stefano Capannoli detto “Nena”, Andrea Caprini detto “Caspro” e tanti altri amici, tutti agli ordini di Antonio Bianciardi detto “Phantom”. In quel periodo stavano proliferando gli studi sull’applicazione delle tecniche di rilassamento fisico e mentale per gli atleti di varie discipline sportive. Anche il Costone sperimentò queste tecniche proposte dal Dott. Giovanni Scalera, che il Phantom ribattezzò, per l’occasione, Giovanni “Scardena”. In quel periodo il Costone si allenava e giocava nel palazzetto Virtus e qualche ora prima di tutte le partite in casa Carla e Mario Paciotti ospitavano tutta la squadra nella loro casa situata proprio sopra il palazzetto in via Vivaldi. Ricordo ancora il calore e l’amore che la famiglia Paciotti ci dimostrava in quelle occasioni. Noi praticamente invadevamo la loro casa e ci straiavamo sui letti, sui tappeti e sulle poltrone per mettere in pratica le tecniche di rilassamento che il Dottor Scalera ci proponeva con la sua voce suadente, nella penombra e sulle note di una musica dolce e dai ritmi calmi. Queste sedute finivano spesso in risate e prese in giro, specie nei confronti dello “Sventolina” che non riusciva a stare fermo un attimo, o del Daviddone che si addormentava e russava quasi sistematicamente. Prima di lasciarci andare via, Carla ci metteva tutti a sedere e ci offriva una merenda a base di tè e biscotti. Quanto bene ci ha voluto questa famiglia a cominciare da Carla, sempre pronta a farsi sentire sugli spalti inveendo non solo verso gli arbitri ma anche verso chi di noi non stesse dando il meglio di sé. Mario poi era fantastico, sempre disponibile per fare tutto quello che era necessario, ricordo la sua mitica Fiat 1100\R con la quale ci portava in trasferta in qualunque posto e con ogni condizione metereologica. Parlando di Carla, talvolta mi sembrava troppo intransigente e diretta nell’esprimere le sue opinioni e nel criticare chi non stesse facendo del tutto il proprio dovere, però potevamo stare tranquilli che in lei trovavi sempre un giudizio obiettivo e schietto; il suo amore profondo verso il Costone l’ha sempre messa al riparo da ogni sospetto e al di sopra di ogni interesse personale. Lei incarnava la gioia e l’orgoglio dei costoniani veraci, quello stile inconfondibile che ci ha trasmesso il fondatore Monsignor Nazareno Orlandi, scevro da sdolcinatezze ma colmo di decisione e coraggio. Grazie Carla di avermi fatto sentire orgoglioso di vestire quella maglia che oggi ho lasciato a mio figlio, porterò sempre nel cuore te e il tuo ruvido ma onesto modo di essere costoniana, una scontrosità che nascondeva un’anima dolce e sensibile che sfuggiva a chi si soffermava a giudicarti senza conoscerti a fondo. L’ultimo regalo me lo hai fatto da morta quando mi hai suggerito di appuntarti sul bavero del cappotto la spilla del Costone, non so perché hai scelto proprio me tra i tantissimi costoniani venuti a renderti l’estremo saluto, quello che so è che custodirò questo gesto tra i ricordi più importanti della mia esistenza fino a quando, uniti nella Grazie del Signore, tiferemo giallo verde dall’anello più alto delle tribune del Cielo. 
Bobbe

CARLA CI MANCHERAI !!!
Quando ci troviamo a dover parlare di una perdita, soprattutto in una società che assomiglia ad una grande
famiglia come la nostra, c'è sempre un po' di commozione.
Se poi a lasciarci è proprio Carla, una bandiera per la società della Piaggia, allora la commozione non può
che legarsi a mille bei ricordi.
Nessuno come lei amava così tanto il Costone da sorbirsi due partite del giovanile e a seguire la prima
squadra in un sabato pomeriggio, nessuno come lei riusciva a farci sorridere ogni volta che Chiara o Cate
sbagliavano un canestro già fatto e lei le apostrofava con la sua solita ironia scanzonata.
Solo chi ha assistito ad una partita con Carla in tribuna può capire quanta soddisfazione ci fosse a stare in
campo, perché i suoi commenti ad alta voce, i suoi rimproveri ai poveri arbitri sempre colpevoli di qualche
imperdonabile errore, ma soprattutto la gioia di avere dalla tua parte la tifosa più incallita, che non
risparmiava mai un “Dai citte!” nel momento più delicato, riuscivano a farti sentire orgogliosa e
importante per la maglia che indossavi.
Non avremmo mai voluto dirlo, ma CI MANCHERAI davvero tanto, e non si tratta di retorica, ma di
sincero affetto di tutte le citte del Costone che hanno avuto il piacere di conoscerti.
Giulia


 

  

Condividi